Bentornato Diego



Detto con gli occhi del credente di una delle poche religioni che abbiano mantenuto, nonostante tutto, una certa coerenza, Diego Armando Maradona è Dio. Come lo può essere Michelangelo Buonarroti, come lo sono stati alcuni nel senso laterale di creatore, e lo dico con gli occhi di uno che non ha potuto ammirare Michelangelo nell’atto creativo, ma nell’84 aveva sei anni e nel ’91 sciolse il suo nodo con la chiesa San Paolo, sita in Fuorigrotta, dopo anni di abbonamento in curva. Solitamente a quell’età, un ragazzino se ne fotte di un pennello e il pallone è il suo parametro per misurare il mondo. Almeno per me era così. 

Per come me la immagino io la cosa di Dio, che non è così semplice immaginarselo ma uno ci prova, proprio non riesco a pensarlo con un calice di vino sulla fronte mentre fa la foca, mi riesce difficile collocarlo, a Dio dico, a Dubai che mi illumina attraverso un social network e mi fa soffrire vederlo parlare con quell’incedere affaticato mentre fa delle interviste. A dire il vero non sempre ascolto ciò che dice, cioè ma io che ne so di Dio, mica posso capirlo in fondo, altrimenti sarei stato Dio anche io e non lo sono, e non sono il suo esegeta, e quindi sapendo che di fondo non posso capire la sua parola, mi limito a guardare e riguardare la sua opera, quella in campo dico, per seguirne l’insegnamento che, agli occhi di quel bambino, era tutto è possibile, pure se uno nasce a Lanus, a sud di Buenos Aires, da una famiglia poverissima, può fare con un pallone cose mai viste. 

E quindi alla fine mi sono detto meglio che non vado al San Carlo, nonostante tu hai Dio lì e quasi gli vorresti raccontare tutte 'ste cose, pure dei tuoi problemi quotidiani, non si sa mai abbia voglia di darti qualche consiglio, ma soprattutto abbracciarlo, baciartelo e dirgli mille volte grazie, poi però va a finire che gli mettono un calice in fronte e lui fa la foca e io potrei soffrirci perché mica ho capito perché Dio debba fare questa cosa del calice in testa. E ho detto no lascio stare, d’altronde mi è andata bene che io Dio l’ho visto, quando lui creava su quel rettangolo verde, e le disillusioni nella vita già son tante.

posted by Mauro Erro @ 15:55,

3 Comments:

At 17 gennaio 2017 alle ore 16:46, Blogger bad said...

Caro Mauro, io come te ho avuto la fortuna di vederlo nell'atto creativo, ma Diego va oltre, bisogna, anche con tutte le difficoltà per l'incomprensione di un disegno Divino, cercare di comprendere la sua parola. Io lo ho ammirato come calciatore ma lo ho amato ancor di più come uomo.

 
At 17 gennaio 2017 alle ore 16:49, Blogger Mauro Erro said...

e lo so, mi sforzo continuamente, ma sono un risaputo peccatore.

 
At 30 gennaio 2017 alle ore 20:16, Anonymous Anonimo said...

Nessuno, dico nessuno, al di fuori dei fortunati che hanno avuto l'onore di guardarLO (e di godere) dal vivo allo stadio, può capire il nostro credo in Diego Armando Maradona.
Io si, io c'ero e ai miscredenti, juventini, Pelèisti dico solo: poveretti, che vi siete persi!! Come diceva Joliet Jake in "Blues brothers" "si, io ho visto la luce"
Giancarlo

 

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