Siamo un'altra cosa o di Napoli - Torino



Sette gol in sette giorni e due partite sono un dato non trascurabile. L’ultimo con una deliziosa palombella da posizione laterale, ripetendo, partendo spalle alla porta stavolta, quella fatta in nazionale con l’Estonia un mesetto fa: una giocata che rimarrà nei nostri occhi per molto tempo. Nove a lettere per Mertens nell’anno che lo sta consacrando come giocatore incisivo e decisivo, facendolo rinascere a nuova vita calcistica in un altro ruolo, ma per ora basta così. Si rischia di non vedere il resto così come quando consacravamo Higuain a record man della classifica cannonieri. Di confonderci. Di non dar merito al mister Sarri (8 ½), comandante in sella che ben conosce capacità e limiti dei nostri giovani, capace di tenerli sulla corda, calmarne gli eccesivi entusiasmi, tenere vivi gli stimoli, riuscire a migliorare nonostante la mancanza, molto spesso, di adeguati sparring partner che possano metterci realmente in difficoltà. Il gioco del Napoli è una meraviglia, uno spettacolo che raramente in Italia si ha avuto la fortuna di vedere: esempio di rinascita coniugando ottimi risultati ad un gioco europeo. I cali di tensione detestabili. In altre competizioni non ci saranno perdonati, come abbiamo già visto. Avere fame, sempre e per tutti i 90 minuti, essere lucidi, presenti a se stessi, e dimostrarlo già dalla prossima trasferta. 

Diciassettesima di campionato. Napoli - Torino 5 a 3

[prove tecniche di rubrica di un tifoso anglo-napoletano: Il deserto dei leoni] 

posted by Mauro Erro @ 11:16,

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