Applausi: Benfica - Napoli



Il Napoli approda per la terza volta nella sua storia agli ottavi di finale della massima competizione per club europea, per la prima volta alla testa del proprio girone. In fondo, il pezzo sarebbe finito qui, in calce bisognerebbe aggiungere solo gli applausi. Per tutti. Vale l’antichissima regola secondo cui contano solo i risultati, e a guardar quelli si compila la lista dei ringraziamenti. Dal presidente (7 ½) che in dodici anni ha costruito in una città non facile, vorace e bollente, un progetto fino a oggi vincente: che passa non solo dall’essere un attento imprenditore, ma dall’essere un produttore cinematografico di pedigree nobile: lui i soldi li fa dando spettacolo: e il suo Napoli è molto più divertente dei suoi film di Natale. A Sarri (8), un anno e mezzo entusiasmante, che ne rappresenta l’ultima fase, senza dubbio la migliore per i risultati conseguiti: punti in campionato, gol fatti, record di miglior marcatore del campionato, gol subiti, qualificazione Champions. Di indicatori per misurare il nostro successo se ne potrebbero prendere tantissimi, ognuno bastevole al buon umore. Ad esempio le dichiarazioni nella conferenza successiva alla partita di Rui Vittoria, l’allenatore del Benfica: Abbiamo affrontato una grande squadra, voi non conoscete il valore di questa squadra come noi allenatori che la studiamo. Il Napoli è difficile da affrontare! Si aggiungono ai tanti complimenti arrivati durante il periodo di Sarri, da Guardiola a Piqué, buoni non per lucidarsi l’ego, ma per far conoscere il Napoli a cui quasi tutti nel mondo sono capaci di associare Diego Armando Maradona e poco altro. È pubblicità, lo sa bene De Laurentiis che passa all’incasso, con un occhio alla classifica Uefa che ci vede sempre più stabilmente tra le grandi d’Europa. Un gruppo giovane (7 ½) che può migliorare complessivamente e individualmente, con una filosofia positiva e propositiva che nel gioco ha dominato il girone mettendo sotto tutti in casa e fuori, che si è complicato la vita con degli errori individuali da iscrivere alla voce: cazzate di gioventù. 
A voi decidere se è poco o molto, sicuramente non basta ma, nello sport di squadra più seguito in Europa e in buona parte del mondo, siamo un modello in Italia, sostenuto da tutti in tv, dove Arrigo Sacchi si complimenta e predica e il fumantino Allegri s’incazza, e sempre più apprezzati in Europa.

P.S. Ieri sera dopo un ottimo primo tempo, siamo stati avvantaggiati dal poter giocare a mente sgombra grazie al risultato acquisito di Kiev e nel secondo Mertens (8) ha fatto la differenza. Tutti ampiamente sopra la sufficienza, menzione per Callejon (7 e un quarto), Ghoulam, Hysaj e Allan (che in 3 fanno 21).

Sesta di Champions. Benfica - Napoli 1 a 2

[prove tecniche di rubrica di un tifoso anglo-napoletano: Il deserto dei leoni]

posted by Mauro Erro @ 10:30,

0 Comments:

Posta un commento

<< Home






Pubblicità su questo sito