La ritrovata onestà del risultato: Udinese - Napoli

Lorenzo Insigne


Fin quando la nuova Udinese di Del Neri (6 ½) tracima intensità difensiva, raccolta e stretta in pochi metri di campo, compatta dietro la linea della palla, dobbiamo accontentarci di un possesso del gioco prolungato ma avaro di emozioni e occasioni da rete: una per Zapata che ubriaca Chiriches ma viene murato da Pepe Reina. Dura tutto il primo tempo in cui i tre attaccanti non aiutano: Insigne non entra dentro il campo, Callejon non taglia e Mertens non accorcia verso i compagni, rimane schiacciato tra i due centrali avversari, eccede in svolazzanti tacchetti quando si propone. Pronti via, e dal rientro dagli spogliatoi in 15 minuti il Napoli mostra tutto il repertorio: la capacità di attaccare gli spazi in velocità, palla fuori - palla dentro, e Lorenzo Insigne (7 e un quarto) ne fa quasi tre - due gol e una traversa - su quattro occasioni. Il resto è un gol del croato Perica su calcio d’angolo che accorcia le distanze e poco altro fino al fischio finale. Menzione per Koulibaly (6 ½): quando riuscirà a non avere cali durante i novanta minuti di gioco sarà sicuramente tra i giganti del calcio moderno; lui e noi dobbiamo ringraziare Benitez. L’altra menzione per Sarri (7 ½): non solo per la gestione della partita di ieri, ma per quella dell’intera stagione. Il suo giovane gruppo ha dimostrato molta più maturità e compattezza dell’ambiente che gli sta intorno e di parte della tifoseria. Non bastasse aver perso un giocatore del calibro di Higuain, solo un paio di squadre sul pianeta non ne avrebbero risentito, aver contro la sfortuna che lo ha privato dell'unica punta di ruolo, una classifica non entusiasmante frutto soprattutto di episodi, Sarri ha dovuto sorbirsi tutte le discussioni e i processi figli di una mentalità traballante, evidentemente non abituata alle pressioni di quando si è in Champions, letteralmente e metaforicamente intesa. Continuando a insegnare calcio alla squadra che ha risposto sempre con ottime prestazioni, ripetendo con chiarezza cristallina il suo pensiero da inizio campionato. 

“Una squadra giovane, una squadra che a me da gusto allenare, mi da delle belle sensazioni. Ho la sensazione che stiamo costruendo qualcosa, la ho più in questo momento che non lo scorso anno, al di là del risultato e di tutto il resto.” 

Sono persuaso che la tifoseria senta Sarri come uno di loro non solo in segno di riconoscenza, perché il suo Napoli è stato con buone probabilità il più bello da guardare in tutta la sua storia, ma, semplicemente, per la sua onestà. 

Tredicesima di campionato. Udinese - Napoli 1 a 2 

[prove tecniche di rubrica di un tifoso anglo-napoletano: Il deserto dei leoni]

posted by Mauro Erro @ 10:24,

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