Incredulità

Saul Steinberg

- Ma quindi mi stai dicendo che.
- Si.
- Ma.
- Nessun ma, è proprio così.
- D’accordo però.
- No, d’accordo un cazzo, ma non ci possiamo far niente.
- Ma avevano detto.
- Lo so, avevano detto: ma che vuoi che importi? Si dice, ma poi.
- Eppure io.
- Si, lo so, anche io.
- Non ci credo, non posso.
- E’ così.
- Ma perché?
- Perché?
- Si, perché?
- Ma come perché, dai.
- Ma allora è tutto inutile?
- Non lo sapevi?
- Ci sarà qualcosa che.
- Non credo.
- Qualunque cosa, dai, cioè, mica.
- Devi rinunciare.
- Non posso.
- Rassegnati.
- Ma non è possibile, ma come si fa a rassegnarsi.
- Non lo so.
- Ti rendi conto?
- Si.
- Ma tu sei sicuro?
- Si.
- Non era bastato ciò che avevamo pagato con i primi due?
- Pare proprio di no.
- Perché proprio a noi?
- Perché, perché, perché, non lo so.
- Ma tu hai letto tutto, si?
- Si.


[Apparentemente potrebbe sembrare il dialogo di una coppia che ha appena saputo che Equitalia ha deciso di togliere loro la casa, invece, ho immaginato, fiducioso, il dialogo tra due editor dopo aver ricevuto le bozze dell’ultimo romanzo - Feltrinelli - di Roberto Saviano e aver letto cose come: La luce violenta che sfonda l’acqua (d’altronde chi non ha mai visto il mare sfondarsi?); Rimbalzano tutti, quando si allontanano i più vanno a sbattere, sbattono su qualcosa che non è morbido come la sabbia, ma non è nemmeno roccia, non è duro. (d’altronde chi non ha visto i pesci rimbalzare come fossero palline nella rete che non è morbida né dura?) ecc. ecc. Ahimé, il dialogo è immaginato, mentre il romanzo è vero.] 

posted by Mauro Erro @ 18:11,

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