Nebbiolata



Serata monografica piemontese alla scuola elementare di approccio al vino, classe seconda, ricca di spunti e belle bottiglie da annotare. 

Colline Novaresi Mötfrei 2012, Francesco Brigatti *** + 
Sarà che tra tanti fuoriclasse non te lo aspetti, e quasi cadi dalla sedia a quel naso così varietale, ampio, placido e spensierato, delicatamente floreale, appena etereo. Al sorso ha succo e spinta, pienezza e scorrevolezza, e tannino compatto che lo frena sul finale, da pareggiare con un piatto succulento o con un po’ di pazienza aspettandolo ancora un paio di anni. 

Carema riserva 2010, Produttori di Carema: *** ½ 
Quando l’ossigeno ha fatto quel che deve i profumi sono un groviglio di note minerali, potpourri, sottobosco, note vegetali, spezie orientali: al palato scivola via saporito, espansivo, tenendoti compagnia senza mai deluderti. 

Barbaresco Pajorè 2010, Rizzi *** ½ 
Ancor giovane, ancora stretto e leggermente compresso, seppure ben disegnato e fine: apre su uno speziato scuro, balsami, erbe mediterranee, nel tempo regala accenni floreali. Sorso denso ma non ancora disteso, tannino ancor compatto. 

Gattinara 1967, Antoniolo **** 
I profumi di un quasi 50enne sono un intreccio di spezie, cuoio, folate intermittenti di mineralità fin quando resiste stoicamente all’aggressione dell’ossigeno, arretrando, mezz’ora dopo, su note di brodo. Ma è al palato che stupisce ancor di più con quella sua dolcezza di frutto inaspettata: apre ampio il sorso che si conclude viperino. 

Barolo 1967, Guido Porro *** ½ 
Rispetto al pari età è meno minuzioso nel dettaglio, più tignoso nel complesso con note di terra, cuoio, spezie orientali ed erbe aromatiche scure. Al palato corrisponde la stessa conformazione legata più al lavorio sapido/acido che non ad una forte impronta aromatica. 

Barolo Gabutti Otin Fiorin Piè Rupestris 2001, Cappellano ****+ 
Dopo una iniziale timidezza il suo bouquet si fa corale, cordiale e avvolgente: attorno ad un frutto pieno e goloso si esprimono le note di fiori blu e spezie gentili. Al palato è denso e pieno quanto delicato e soffuso, fino al finale lungo e intriso di memorie continuamente ravvivate dai ritorni retrolfattivi. 

Lessona, Omaggio a Quintino Sella 1999, Sella ***** 
Al mio gusto è il vino che vorrei sempre avere al mio tavolo. Ti regala l’illusione che qualcosa sopravviva sempre a noi stessi, che non ci sia nulla di effimero o caduco, che il bambino in noi sia davvero eterno. Nella sua giovanile sfrontatezza, dopo 17 anni in bottiglia, vivido e sbarazzino, è innervato di linfa e radici, di fiori e arancia sanguinella: la stessa che chiude un sorso scintillante, puro come fosse acqua di montagna, ricco di energia acida mai scoperta o cruda, rinfrancante e lunghissimo. 

Le altre: Vignali Barbera d’Asti superiore Nizza 2012, L’Armangia ***; Gavi 2014, Nicola Bergaglio ***+; Dolcetto di Dogliani Maioli 2009, Anna Maria Abbona ***+; Timorasso Pitasso 2008, Caludio Mariotto ****

posted by Mauro Erro @ 10:45,

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