Generatori automatici d'opinione


Shiho Fukada

Nel paese di Burdelwood esisteva Via delle opinioni smarrite e quasi tutti gli abitanti vi si recavano a seconda delle necessità. La strada su ciascun lato e per tutta la sua lunghezza aveva a intervalli brevi e regolari dei generatori automatici d’opinione. L’uso era gratuito ed estremamente semplice. Erano dotati di un microfono al quale bastava dire in successione, come da indicazioni della voce registrata, in maniera autorevole e ben scandita, le parole su cui si gradiva l’opinione, ad esempio: burkini, Johan Cruijff, droga, Tagikistan. Il generatore automatico avrebbe provveduto al resto come gli antichi vaticini sibillini. Ne esistevano di fogge e colori diversi e ovviamente con programmi più o meno aggiornati che ne permettevano il funzionamento. I modelli più vecchi erano dotati del vecchio e unico programma: Cultura generale I, fino al medioevo. I più aggiornati, i nuovissimi XYZT, potevano contare sull’ultimo mega programma Limerick: Cultura generale IIII, fino all’età moderna. Erano utilissimi, ovviamente, anche perché nessuno di questi aveva programmi specializzati. Si da il caso che gli abitanti di Burdelwood fossero tutti iperspecializzati o che almeno apparissero tali; che ci fossero, per dire, grandissimi cuochi capaci di cucinare piatti sopraffini senza farli bruciare, ma che, allo stesso tempo, erano in difficoltà quando il concetto di proporzione si spostava dal rapporto tra farina e uova a quello che accade nella vita di tutti i giorni. O, ancora, eminentissimi scienziati capaci di scindere l’atomo non conoscendo le minime regole di una buona educazione civica. I generatori, invece, permettevano democraticamente a tutti di poter avere una istantanea, ingiustificata, sufficientemente demente, opinione su tutto senza alcuno spreco di energie e di tempo.

posted by Mauro Erro @ 13:29,

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