Zia Mariuccia, il Natale e il Chianti Classico 2013 Rocca di Castagnoli


È arrivato.
Il periodo natalizio con tutto il suo carico di stress.
Visite di cortesia, commissioni, regali, corse, ressa nei negozi e nella metro, il traffico. Per fortuna si concluderà nel migliore dei modi: festeggiamenti, mangiate, bevute e il solito pigiama sotto l’albero, consueto regalo che ogni anno le zie si alternano.
Ho sempre guardato con un pizzico di invidia i colleghi, gli appassionati, quegli impallinati del vino che in occasione delle festività natalizie stappano il meglio della propria cantina, vagando dalla Borgogna a Bordeaux, dalla Germania a Sauternes, da Barolo a Montalcino, bottiglie memorabili di annate amarcord. Io, se riesco posso ritagliare un piccolissimo spazio da dedicarmi. Appartengo, con la mia metà, a quella gran parte degli italiani, soprattutto di origine meridionale, che ha una famiglia, solitamente numerosa, che non ci ha ancora diseredato e che non abbiamo abiurato. E, guarda un po’, il Natale è proprio uno di quei periodi in cui si fanno vivi.

I miei pranzi e le mie cene natalizie, insomma, hanno un numero variabile di commensali che va dai 20 ai 30, una famiglia guidata dalla matriarca zia Mariuccia, 83 anni, che ogni mezzo bicchiere di vino lo allunga con una certa dose di acqua.
Figurarsi, la mia generosità mi spingerebbe, ne avessi un numero sufficiente di bottiglie, a stappare per tutti il Barolo vigna Rionda ’82 di Giacosa. E sono talmente naif e aristocratico che se potessi, fosse stagione, sbuccerei le percoche da imbibire per zia Mariuccia, invece di allungare semplicemente con acqua il suo calice. Ma per fortuna non è stagione per le percoche.
Per non dissanguare di conseguenza le già martoriate membra del mio conto in banca, solitamente, la soluzione è il famoso vino qualità/prezzo.

Tanto per intenderci, inviterei a provare l’Irpinia aglianico La loggia di Tenuta Ponte 2012, costa 4 euro o giù di lì, per scoprire che delle volte, complice l’annata, davvero si può fare un ottimo affare e trovarsi con una bottiglia di bella espressività, scorrevolezza di beva e ottima impronta aromatica. Ancor più calzante come esempio il Chianti Classico Rocca di Castagnoli 2013, una delle mie bottiglie prescelte per le prossime festività. Una Eccellenza della guida de L’Espresso, per capire a quale livello qualitativo viaggiamo (e se siete tra quei critici stitici negli apprezzamenti e nei punteggi, se non è un 90, è un vino che i suoi 88+ se li becca serenamente) al prezzo di enoteca di 12/13 euro. Un rosso complesso ma espressivo, luminoso e contrastato, che ha succo, profondità nell’assaggio, bella grana tannica, opportuna spina acida, ottima persistenza. Un rosso capace di soddisfare palati molto diversi, quelli più ingenui e quelli di coloro che nel vino cercano anche di più. E se ne conservate un po’, ho idea che migliorerà con il tempo.

posted by Mauro Erro @ 11:17, ,


L’ultimo sinonimo


Ansa, 2 dicembre, ore 19:00: chiuse le indagini della procura di Roma sulla morte di Ernesto Salino, giovane redattore della rivista “Il mio vino, oh Signore”: si tratterebbe di suicidio. L’ipotesi circolata sin dalle prime ore ha trovato conferma a seguito sia degli esami autoptici sia delle accurate analisi eseguite dal Ris di Parma, analisi che si sono concentrate soprattutto sul biglietto scritto a mano e rinvenuto nei pressi del pc dove il giovane redattore stava correggendo le ultime bozze di un suo reportage - con degustazione completa dei 327 vini dell’ultima annata - che doveva uscire sul numero della rivista in edicola la settimana prossima. 
Nella conferenza stampa di oggi la Procura dopo aver dichiarato la conclusione delle indagini ha reso pubblico il contenuto del bigliettino. 

“Caffè, caffeose, caffeina, note tostate, fondo di caffè, guarnizione bruciata, caffè corretto, caffè sospeso, caffèlatte, caffè borghetti, caffè? No grazie mi rende nervoso, caffè alla nocciola, caffè del professore, café chantant, caffè gambrinus, ah, i bei tempi di una volta, caffè americano, ‘na ciofeca, caffè solubile? Peggio mi sento,‘na tazzulella e caffè, con un po’ di anisetta, caffè macinato, caffè in chicchi… 

vino 325, impossibile trovare sinonimi. 
Impossibile ennesima variazione sul tema. 
Ma che senso ha tutto ciò? 
Quale il fine ultimo del mio scrivere e vivere precario? 

Punteggio, 83+++---, + o -. 

Ahahahahahaha. 
Non posso. 
Cari professori della Crusca, cari redattori della Treccani, grazie, nonostante tutto.” 

Si mantiene, invece, stretto riserbo sulla denominazione oggetto del reportage del giovane Salino. Ciò che si teme è la denuncia, già paventata, dell’associazione dei consumatori nei confronti dei produttori e del consorzio per istigazione al suicidio attraverso l’uso smodato di legno di affinamento. L’Adusbef, il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione tv e minori, l’Unione cementifici italiani pronti a dichiararsi parte civile. 
Il Ministro delle politiche agricole ha lasciato trapelare le forti preoccupazioni per un eventuale contraccolpo mediatico ai danni del Made in Italy. 
Intanto l’editore della rivista “Il mio vino, oh Signore” ha fatto sapere che sarà istituito un concorso letterario a nome del giovane Salino a cui è stata dedicata l’unica scrivania, quella dell’editore, presente in redazione. 
Il giovane Salino, 46 anni, lascia una moglie e due figli. 

[Il rigore è dubbio]

posted by Mauro Erro @ 10:14, ,






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