Derthona timorasso 2011, Luigi Boveri


Se non conoscete questo vitigno ecco un vino dal costo più accessibile rispetto alla selezioni maggiormente ambiziose, da cui poter cominciare il meraviglioso viaggio all'interno di un vitigno chiamato timorasso e del territorio piemontese di Tortona. Un bianco di bella armonia tra mineralità e succo, tanto al naso, quanto al palato dove scorre succoso, teso e saporito.

posted by Mauro Erro @ 11:28, ,


Corrispondenze. Cirò 'A vita riserva 2008

Francesco De Franco


Paolo De Cristofaro, addì 6 giugno 2013

Si fa presto a dire buono, infatti il primo aggettivo che mi viene in mente è "particolarissimo". Più "sudista" del fratello minore, con un tocco di prugna scura (ma molto turgida) e di marmellata di fichi che sfocia in mandorla che sfocia in noce che si tuffa nel cuoio di una poltrona dove ti fumi un sigaro cubano conservato nel legno di cedro, in amplificazione tutta balsamica. Più coinvolgente e meno cerebrale anche la bocca, che merita di ripescare dopo cent'anni la parola "asciutta". Un asciuttezza che non ha niente a che fare col tannino e solo in minima parte con l'alcool, che mi riporta ad un che di ancestrale ed atavico: un imprinting. Perché ho cominciato a bere vino sul serio a casa di amici che avevano una fattoria in provincia di Cosenza. Non so se lo riconoscerei alla cieca come gaglioppo cirotano, ma so che non mi avventurerei in cose che non c'entrano: è indiscutibilmente vino del sud e sono contento di averne un'altra bottiglia da risentire tra almeno 4-5 anni.
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lo sto sentendo e risentendo, ce l'ho qui: più passano i minuti, più si accentua il lato mediterraneo (ora nettissimo fico d'india e peperoncino), ma anziché "sbracare" o sedersi sembra diventare contemporaneamente più solido, integro e puntellato nello sviluppo gustativo. E' uno di quei vini che ti ricordi di aver assaggiato a distanza di anni.
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ATTENZIONE ATTENZIONE, scusa Ameri, ti interrompo da Cirò perché adesso è diventato tutto terra rossa da Roland Garros...

posted by Mauro Erro @ 10:07, ,


Boca 2005, Le Piane



Tre nebbiolo, stessa annata, messi di fila alla cieca. Barolo vigna Rionda Massolino, Gattinara Osso San Grato Antoniolo e questo, e quel giorno, in quel preciso momento, il vino di Christoph Kunzli è quello che più mi ha colpito e ho gradito. Quello che non aveva "scalini" per dirla con le parole di Soldati o che era semplicemente nel "momento giusto". Tra sei mesi o due anni forse non sarà più così, il blasone, i valori assodati, tutto tornerà come presumibilmente ci si aspetta, ma quel giorno per l'ennesima volta ho pensato che il vino non è un mondo di regole, bensì di eccezioni.

posted by Mauro Erro @ 08:19, ,


Aglianico del Vulture Siir 2009, San Martino

foto tratta dal web


Complimenti. Credo sia il miglior modo per dare il benevenuto al giovane Lorenzo Piccin, che alla seconda annata, un'annata non così bella come la precedente, bissa l'ottimo esordio. La formazione del ragazzo è di quelle serie visto che si tratta di un figlio d'arte (di Fabrizio Piccin e Cecilia Naldoni dell'azienda Grifalco) e i risultati si vedono in questo aglianico terroso, fruttato e intriso di erbe officinali; salato, di gran succo e bella stoffa, dal tannino presente ma garbato. E, cosa che non guasta di questi tempi, dal prezzo popolare.

posted by Mauro Erro @ 10:10, ,


Letture della domenica



Finito il campionato di calcio (e certo non mi posso lamentare del secondo posto del Napoli) si è chiusa la rubrica che mi tiene compagnia come cara abitudine la domenica mattina: Sette giorni di cattivi pensieri di Gianni Mura. Per questo mi sono dedicato alla lettura dei giornali del fine settimana scorso - gli unici giorni in cui compro i quotidiani, diversi, per leggerne le pagine culturali. Rito che anticipa la scelta della bottiglia che porterò al consueto incontro con gli amici: il mio "domenicale", la mia terza pagina. E mentre stavo per scegliere proprio uno "Champagnino" grazie a faccialibro mi è capitato di leggere questo pezzo esemplare del collega Paolo De Cristofaro: Falanghina di Valdobbiadene dop
Cliccate e leggete. Vivamente consigliato.

posted by Mauro Erro @ 10:05, ,


Puligny-Montrachet 2010, Jacques Carillon

foto tratta dal web

Innanzittutto le informazioni di servizio visto che si tratta di un esordio, anche se di una realtà consolidata. Dal 2010, difatti, la storica cantina Louis Carillon è stata divisa tra i fratelli Jacques e Francois portando l'ammontare delle bottiglie di ciascun Domaine, ovviamente ripartite tra le varie etichette, a circa 15/20.000 unità. 
Quanto al vino è uno di quelli capace di sfatare i soliti luoghi comuni: altro che ciccia e brufoli*. Prima di verificare la guizzante energia minerale di questo vino al palato, fossi in voi, però, aspetterei: al naso ha ancora tanto da dare. Se non resistete, scaraffarlo non è peccato, considerata anche l'insistente nota di riduzione. 

*leggi legno.

posted by Mauro Erro @ 08:06, ,


Barolo Ravera 2001, Flavio Roddolo

La cosa che mi ha maggiormente colpito in questo vino per gaudenti è il profilo olfattivo di matrice "borgognona" - fruttini rossi che rimarcavano il carattere quasi sbarazzino e gioviale di questo Barolo. Quasi, perchè il vino ha comunque i suoi 12 anni e soprattutto non ha retto molto all'aria, virando dopo un paio di ore su note ossidative. Per cui se ne avete in cantina stappate e godetene e non rischiate di andare oltre, ne trarrete sicuro giovamento; laddove occorra non è peccato abbassarne la temperatura per esaltarne tensione e succo e acquietare l'alcol.

posted by Mauro Erro @ 10:28, ,


Ancora riesling





Se avete questo vino targato 2008 di questo ottimo produttore della Nahe lasciatelo in pace in cantina. E' proprio in quella fase di chiusura aromatica in cui i rieling teutonici entrano dopo un po' di anni della vendemmia. Peccato (per questa), perchè al palato sembra promettere bene, tutto giocato sull'agilità.

posted by Mauro Erro @ 09:30, ,






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