Abbinamenti test



Nella mia carriera di bottegaio di quartiere, di spacciatore di sostanze idroalcoliche stupefacenti, ho scoperto che per chi è definito il consumatore medio dai manuali di anatomia del mercato vinicolo, la teoria dell’abbinamento cibo/vino è qualcosa di relativo. 
Avendo dalla sua il fattore C – detto anche la fortuna del principiante – il consumatore medio già sa ciò che i degustatori di professione e gli appassionati incalliti acquisiscono come illuminata verità dopo anni e anni passati a sacrificare il proprio fegato: ogni occasione è buona per stappare una bottiglia di vino, ogni cena o pranzo, anche il più gramo e senza stare troppo a cavillare. D’altronde questa banale verità si diffonde sempre più come un vero e proprio mantra nel ristretto ambito degli addetti al settore, una tendenza a rivisitare la teoria dell’abbinamento con il vino già colta da altri, prontamente capitalizzata da creativi organizzatori di manifestazioni viste le mail che mi arrivano dagli uffici stampa: vino e filologia romanza, vino e frigoriferi degli anni ’40, vino e canti popolari delle tribù delle Ande, tra le altre a mo’ di esempio. 
Eventi che il consumatore medio, non privo di un accento snobistico, guarda con diffidenza e con fare naif sentendosi più vicino alla tradizione: il cibo, con il quale relaziona il vino, grosso modo, secondo gli assiomi detti di Plinio il Vecchio: rosso corposo per la braciata, bianco per il pesce. Il rosato è una trasgressione. 
Soprattutto, se egli incontrerà un vino di suo particolare gusto, difficilmente sarà portato a cambiare per il futuro fin quando non ne sarà oltre modo annoiato. Sempre che riesca a ricordarsi cosa ha bevuto: “Era un sangiovese. L’azienda non la ricordo, l’etichetta era blu.” L’annata è informazione irrilevante per loro. 

Tra questi, poi, ne esiste una sottospecie che riporta il significato del vino solo al valore di medium conviviale tra persone. Questa categoria è solita frequentare le enoteche italiane tra le 19:30 e le 20:30, in particolar modo nei giorni che vanno dal giovedì al sabato. Li si riconosce perché portano vestiti appena ritirati dalla tintoria e/o appena stirati e/o appena inamidati. Sono accaldati e hanno fare sbrigativo, vanno di fretta e sono indecisi, hanno i capelli leggermente bagnati o non del tutto a posto, lasciano un’intensa scia di bagnoschiuma e/o deodorante e/o profumo. Hanno lasciato l'auto davanti al negozio in seconda fila, con le quattro frecce d'emergenza accese e dentro vi hanno lasciato una compagna/o già impaziente. Sono già sudati perché sono ritornati dal lavoro, hanno trovato con difficoltà parcheggio, si sono fatti al volo una doccia, si sono rivestiti mentre discutevano con la propria compagna/o e adesso vogliono comprare una bottiglia da portare agli “amici” a cena. Non hanno idea di cosa troveranno a tavola per cui vogliono un vino che si adatti a tutto ciò che l’uomo conosce di commestibile, che non costi troppo - “è solo un pensiero” - e nel caso la scelta finisca su un bianco, che sia possibilmente già freddo. 
Per loro le informazioni utili su cui occorre informarti riguardano i padroni di casa e sono: 
- Sesso: uomo o donna. 
- Stato sociale: nubile, celibe, sposato (la moglie beve poco/la moglie non beve/ la moglie apprezza particolarmente) 
- Età. 
- Ceto Sociale: libero professionista, medico, portiere d’alberghi. 
- Ultimo luogo in cui è stato in vacanza: montagne dell’Uzbekistan, Scalea, Sharm el-Sheikh, Riserva dello Zingaro. 
- Varie ed eventuali. 

L’abbinamento a cui, invece, non ho trovato ancora soluzione riguarda la richiesta avanzatami da un amico inglese che durante l’importantissima, sentitissima, agguerritissima partita test di cricket tra Inghilterra e India di qualche tempo fa, mi chiese un vino che si potesse sposare giustamente con l’evento: gradevole, che infondesse calore, ma non fosse eccessivamente alcolico per berne un bicchiere di più, che lenisse i mali di una sconfitta e aiutasse le felicitazioni di un’eventuale vittoria. Ora, neanche ci penso a spiegarvi le regole dello “sport dei gentiluomini”, abbastanza complesse, ma posso dirvi che la test cricket è un vero e proprio tipo di partita (le altre Twenty20 e l’ODI), anzi la più nobile. 
La, partita. 
E dura dai tre ai cinque giorni. 
Idee?

posted by Mauro Erro @ 11:55,

5 Comments:

At 17 settembre 2013 alle ore 12:58, Anonymous claudioT said...

Doppia bottiglia di coca-cola in offerta da 2 litri ciascuna con potenziale bottiglietta di rhum da dolci a parte a seconda dell'andamento della partita!!!

Oppure Matusalem di Dalzocchio 2009 per i rossisti e Baltazar di Monte di Grazia 2010 per i bianchisti...

 
At 20 settembre 2013 alle ore 17:25, Anonymous Giancarlo Moschetti said...

Bel post, mi sono sbellicato dalle risate!!
Grande Mauro!
Gianca

 
At 21 settembre 2013 alle ore 11:45, Blogger Mauro Erro said...

Mi fa piacere Giancarlo. Un caro saluto e spero a presto.

 
At 11 ottobre 2013 alle ore 06:28, Blogger Michela said...

Ma come ci sono finita qui? Ho riso così tanto da sentirmi ubriaca :D
Un saluto
Michela

 
At 11 ottobre 2013 alle ore 10:00, Blogger Mauro Erro said...

Allora siamo in due. Neanch'io so bene come sono finito qui.
Aloha.

 

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