A.A.A. Alto Adige bevesi

Provate ad immaginare la Svizzera con i suoi 8 milioni di abitanti o il Botswana con il suo milione e mezzo vincere i prossimi campionati mondiali di calcio e avrete metafora della realtà vitivinicola Altoatesina. D’altronde i numeri e le statistiche già spiegano molto: nonostante la limitata superficie vitata, il rapporto di vini Doc, circa il 95% o di premi conferiti dalle varie guide ai vini altoatesini, pone questa regione al vertice tra quelle italiane per qualità, più di Piemonte e Toscana.
E se non vi fidate dei numeri e delle statistiche, stappate e bevete per prendere coscienza della bontà dei vini di questa regione: un approdo sicuro per il consumatore per i prezzi proposti e indifferentemente si tratti di piccolo vigneron o di grande realtà cooperativistica: vini emozionanti o esercizio di stile, bere male e rimanere insoddisfatti è opera che richiede sforzi improbabili.

A.A. Weiss Terlaner 2010, Sebastian Stocker
Sebastian Stocker, come più volte abbiamo detto, è stato storico capo cantiniere della Cantina di Terlano (colui che murava ogni anno 500 bottiglie) ed oggi continua il suo lavoro con questa piccola cantina familiare. Bere un terlaner (vitigno e non uvaggio) è alquanto difficile, ma ogni vostra ricerca sarà ben ripagata. Vino essenziale che profuma di susina selvatica e prugna, di erbe aromatiche e muschio, di bell’afflato balsamico, e che al palato procede leggiadro e ritmato: alcol contenuto, presa sapida rinfrancante, dall’aperitivo in poi è degno compagno. Da bersi a secchi considerando anche il minimo prezzo: 10 euro o giù di lì.

A.A. Pinot Nero Riserva Matan 2008, Pfitscher
Lascino ogni speranza coloro che azzardano paragoni con la rinomata Borgogna. Siamo ad altre latitudini e quei vini sono inarrivabili. Ma non a tutti è concesso avere un buon pusher e non tutti conoscono a menadito produttori e cru del pendio d’oro ed il rischio di un pacco (considerati i prezzi dei cugini d’oltralpe è il caso di aggiungere doppiopacco e contropaccotto) è dietro l’angolo. Allora un pinot nero altoatesino può risultare più affidabile. Circa venticinque euro per un pinot nero che alla abbondanza di frutto polposo francese preferisce i toni chiaroscurali delle nostre terre: se aspettate un po’ si libererà anche di quel filino di dolce e di quel lato speziato del legno che frena leggermente il finale di bocca in questo momento.

A.A. weissburgunder Pinot bianco Stralher 2010, Stroblhof
Se alla verticalità dell’incedere preferite la grassezza delle sensazioni ecco un pinot bianco che fa al caso vostro e che può condurvi in un piacevole viaggio fino a toccare luoghi ben distanti (vedi l’Alsazia). Imprinting terroso, gassoso e nuance idrocarburiche accompagnano un bell’intreccio di erbe aromatiche e spezie. Palato agile, ma di succo e sapidità. Intorno ai 15 euro.

posted by Mauro Erro @ 12:03,

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