Domani, ai referendum, 4 volte SI

Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, a cinquantacinque anni della proclamazione della Repubblica, io, nato nel 1915 a Torino, di famiglia ebrea, sopravvissuto a due guerre mondiali e alla persecuzioni naziste e fasciste, invito voi che siete più giovani a ribellarvi.
Fatelo adesso, subito, prima che sia troppo tardi, con un urlo alto, fragoroso.

Un urlo che faccia sobbalzare chi è al potere, che ridesti la società civile e la classe dirigente, complice del degrado, che sovrasti gli sproloqui e le risse parlamentari di ogni giorno.

Un urlo che scrolli i pavidi, che scuota gli indifferenti, che sorprenda gli ignavi, i dormienti, gli abbioccati del consumismo.
Un urlo forte, vibrante, che infranga le pareti di silenzi imposti e menzogne, che spezzi il sogno e l’indifferenza di una società ipnotizzata da un’informazione monopolizzata, salvo rare eccezioni.
Un urlo che faccia tremare i servi sciocchi, gli ipocriti, i disonesti, i saltafossi, i profittatori voltagabbana annidati nei luoghi di comando, che giunga a tutti i giovani, “gli angeli dei tetti”, che restituisca loro speranza per il futuro.

Un urlo che ripeta le parole di chi non ha più voce, dei nostri caduti per la libertà, di chi credeva nella democrazia.
Un urlo corale che ridesti donne, uomini, ricchi e poveri, per essere cittadini anziché sudditi, soggetti anziché oggetti del potere.

Un urlo che si rafforzi nell’eco ripetuta degli antichi valori, che giunga dove già una volta è rinata l’Italia.

Un urlo di riscatto, liberatorio, come quello che esplose alle ore 24 della notte del 24 aprile 1945, in tutta l’Italia del Nord, al tanto atteso messaggio in codice gracchiato dalle radio clandestine: “Aldo dice 26x1”. L’ordine d’insurrezione generale.

Allora toccava a noi.

Massimo Ottolenghi
Ribellarsi e giusto

ed. Chiarelettere
pagine 121, euro 12
ah

posted by Mauro Erro @ 10:40,

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