Bianchi, Ghemme 2007 (e Gattinara Valferana 2005)

Foto di repertorio, vigne dell'Alto Piemonte. Alle spalle il Monte Rosa

Ghemme – Doc dal 1969 e Docg dal ’97 – è la denominazione dell’alto Piemonte che ritroviamo subito dopo Fara e Sizzano risalendo la Sesia. Circa 65 ettari che riguardano il comune omonimo e Romagnano Sesia più a nord. Condivide con Fara e Sizzano la matrice dei terreni, le colline moreniche originate dal movimento dei ghiacciai del Monte Rosa: terreni di rocce e detriti di varia natura ricoperti da uno strato argilloso. Anche qui il ph è acido ma più alto rispetto ai porfidi di Boca, alla stessa Gattinara – con cui il vino condivide una simile intelaiatura della struttura tannica – e le sabbie di Lessona.
Può essere prodotto da sole uve nebbiolo, che devono essere comunque presenti almeno nella misura del 75% per cento, il resto può arrivare con il saldo della vespolina e dell’uva rara.

La cantina Bianchi è una storica azienda nata nel 1785 e con sede a Sizzano già segnalata dalla fine degli anni ’60 nei cataloghi Bolaffi redatti da Luigi Veronelli. Ventuno ettari di proprietà più 5 in affitto che ricadono principalmente in Sizzano, Ghemme e Gattinara a seguire, condotti dal 1990 in biologico; i reimpianti più datati risalgono ai primi anni ’80 mentre, la consulenza enologica, è affidata, da tempo, a Donato Lanati.

Si producono vini in cui non sono da ricercare abissi di profondità o picchi di complessità, ma che si muovono su un registro di naturale ed immediata espressione fruttata e floreale. Pur mostrando alcune impuntature tecniche, si apprezzano per la schiettezza, ma, soprattutto, per la facilità con cui si accompagnano al pasto determinata dalla spiccata mineralità di timbro sapido.

Riconoscendo ad entrambi i vini lo stesso “stile” ho preferito il Ghemme 2007 per il suo naso più sereno e compiuto di pesca, glicine e genziana che mostra piccole screziature verdi. Al palato è compatto e fluido, la leggera presenza di acidità volatile ne facilita la scorrevolezza; succoso, il finale sapido pulisce la bocca non disturbata da un tannino presente, leggermente ruvido, ma garbato.
Vini semplici, da bere, ma densi di personalità.
a

posted by Mauro Erro @ 08:20,

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