A.A.A. cercasi termine italiano per tradurre l'anglofono "wine-scouting"

Prendo spunto dall'ultimo brillante post di Mauro sulla lingua italiana per lanciare un appello a tutti i saggi e colti bevitori che frequentano questo ed altri enoici blog.

Ci pensavo mentre dibattevo all'arma bianca sul tema della "scoperta".

Che cosa significa scoprire un vino... Secondo alcuni trattasi di "una boiata"...

Non per il sottoscritto almeno nei termini che intendo io.

Sono d'accordo che "nessuno va in giro per le campagne a casaccio a cercare la novità come si cercano i funghi e c’è sempre una dritta, un’occasione, una coincidenza, un passaparola scatenante" ma se la prima parte di siffatta sentenza può apparire scontata, la seconda non lo è assolutamente
o, almeno per me, lo è molto meno.

E' una "boiata", forse, identificare la scoperta con il meccanismo che sopra ho ricordato virgolettato. Questo sì. Dilemma: se vado a mangiare in un trattoria abruzzese e l'oste mi indica una cantina dove fanno un ottimo trebbiano che conosce solo lui , vado l'assaggio penso che effettivamente mi trovo di fronte ad un grande vino, lo propongo all'attenzione di colleghi, esperti e qualche guida... e , caso
mai, quello diventa pure produttore italiano dell'anno... ho fatto una scoperta oppure la scoperta l'ha fatta l'oste ?

Impostata in questi termini mi sembra la famosa questione dell'uovo e la gallina...

Quello su cui dovremmo soffermarci, invece, è cosa intendiamo per "scoperta". E qui torna ancora una volta in gioco la lingua italiana ma non solo. Lo scienziato pure non scopre nulla. Partendo da un'intuizione (che ci sia di mezzo il caso o la fortuna poco importa, l'intuizione l'ha pur sempre
avuta oppure no?) si limita a spiegare quelli che sono dei fenomeni naturali. Così, a mio, parere un degustatore di rango riconosce quando lo incontra sulla sua strada il grande vino (aggiungo, anche senza andare, per forza, in pellegrinaggio sul territorio).

Un degustatore di rango,...però!

Non il degustatore medio che mi fa tanto di mediocre o semplicemente pensa di essere un degustatore ma non sa neanche cosa voglia dire farlo in modo serio e "professionale".

Non uno dei tanti per intenderci, io parlo di quello con la marcia in più, che non hanno bisogno "di dritte, concidenze o passaparola".

E' quello che scopre il grande vino attraverso un approccio profondamente sistematico (di bevute, innanzitutto, ma anche e, soprattutto, di studio) a vitigni e territori, una metodicità condita ed esaltata dalla propria sensibilità personale. Il degustatore, ad un certo livello, deve avere una
dota innata, la famosa aurea di cui si discuteva anni fa sul forum della rivista Porthos, quell'intuzione, assolutamente, non comune a tutti.

Che poi un abbaglio, una svista, una "toppata" clamorosa la possano prendere tutti, anche i "maestri" o presunti tali, è pacifico, scontato, umano.

Io, in questo senso, preferisco da sempre parlare di wine-scouting ma ancora non ho trovato il termine italiano che possa rendere, con lo stesso dono della sintesi, il senso prefettamente uguale.

I suggerimenti sono benvenuti. Le critiche pure.
Ma nel frattempo non mancate di farci pervenire le vostre ultime "scoperte"...

Fabio Cimmino
a

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posted by Mauro Erro @ 11:15,

5 Comments:

At 23 marzo 2011 alle ore 13:05, Anonymous Pietro Municchi said...

Mi sembra che in italiano la miglior parola da usare possa essere " il ricercatore ".
Non ha un suono molto bello,ma traduce bene il concetto.

 
At 23 marzo 2011 alle ore 15:08, Anonymous Roberto Erro said...

Perché affannarsi nella ricerca di un equivalente italiano?!? Non sempre è possibile: un termine (e la sua lingua) possono nascondere sfumature infinite, tali da perdersi nella traduzione. Si pensi, ad esempio, a "terroir". Il bello delle lingue è che non sono sovrapponibili, proprio nei dettagli. D'altronde si pensa come si scrive e gli inglesi in questo sono molto più semplici di noi.

 
At 23 marzo 2011 alle ore 17:53, Anonymous Armando said...

Io penso che riferendoci ad alcuni modelli di autarchia italica anni Trenta si potrebbe usare "vino-scautingo".

 
At 25 marzo 2011 alle ore 17:15, Anonymous Anonimo said...

Proprio perchè non si può parlare di "scoperta", il termine che forse rende meglio in italiano è "cacciatore di vini" (per wine-scout): suggestivo e sintetico.

Paolo C.

 
At 27 marzo 2011 alle ore 13:25, Anonymous Armando Castagno said...

Enosegugio? :-)

 

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