Aspettando Godot

Tra pochi giorni sarà l’otto dicembre, il giorno dell’Immacolata e il periodo natalizio prenderà il via ufficialmente. Un periodo cruciale per il comparto vino da un punto di vista commerciale visto che la gran parte delle vendite è concentrata in questo periodo dell’anno tanto da determinare le strategie future di aziende e consorzi. Oscar Farinetti – commentato qui da Franco Ziliani – si è inventato non a caso “Già”, made in Fontanafredda: “vino” pronto, otto euro per un litro, bassa gradazione alcolica e non poche polemiche.
Un’indicazione ben precisa, al di là dell’opportunità dello spot e dell’accoppiamento al territorio di Serralunga d’Alba da dove provengono alcuni dei migliori Barolo prodotti, che fa il paio con la degustazione che, con Luciano Pignataro, ho tenuto a margine della presentazione della guida Slowine ad Avellino sul Piedirosso e che ha riscontrato un successo di partecipazione quasi inaspettato.
La crisi da un lato – i dati di Confcommercio segnano per questo Natale un meno 1,2% - e l’alleggerimento della cucina dall’altro sembrano tracciare un preciso identikit del vino del futuro.
E Barolo, Brunello, Chianti? Be’ le cantine piene stanno facendo il resto e la stoltezza spesso accompagna l’ansia (basta leggere qui o qui).

Non ci resta che fare come il famoso cinese e attendere, nel frattempo per stare sulla notizia e per i lettori quattro proposte: perché si può bere bene (ho scritto bene) senza spendere un capitale.
La sfida Igt, Aglianico del Vulture 2009 Bonifacio (€ 6 ca.); Valgella 2005, Nebbiolo della Valtellina di Renato Motalli (€ 8,5 ca.); Dolcetto d’Alba 2008 Schiavenza (€ 8,5 .ca); Timorasso 2008 Valli Unite (€ 11 ca.).

E voi spenderete più o meno dell'anno scorso e per cosa?
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posted by Mauro Erro @ 11:48,

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