Pausa caffè: Casacche e Arbitri

L’altro giorno ero a Roma per un pranzo con amici.
Tutti grandi appassionati di vino e qualche giornalista. Uno di questi, bravo e cattivello, ha voluto servirci una delle bottiglie coprendola ed invitandoci ad indovinare la provenienza.
Piemonte, ha prontamente detto qualcuno. Nebbiolo. Ma il mordente tannino nebbiolesco mancava. Barbera. Superiore. Nizza, ha azzardato qualcun altro. Ma la proverbiale acidità della Barbera era assente. E non sapendo cosa fosse e di che annata, assente ingiustificata in quel momento. Certo si poteva pensare ad un’annata calda visto il colore rubino denso e lo sbuffo alcolico presente tanto al naso quanto in chiusura del sorso, ma capire di cosa si trattasse non era così semplice. Un po’ perché non si stava lavorando, si cazzeggiava tra amici durante un pranzo e dopo un pizzico di bicchieri di vino, ed un po’ perché in realtà quel vino non è che brillasse per definizione aromatica, per cui individuare un tratto saliente per capire era compito non facile. Rotondetto e fruttato, anche al palato. Tecnicamente discreto nella fattura. Ma nulla più.
Niente, nessuno ha indovinato*.
Il giorno dopo nella mia consueta lettura dei giornali mi sono imbattuto in una notizia surreale. La sera prima avevano giocato in un’amichevole le nazionali di calcio del Bahrein e del Togo. Vittoria della prima per 3 a 0.
Salvo poi scoprire, che quelli che indossavano le maglie del Togo erano dei ragazzi ingaggiati dall’organizzatore dell’incontro. Quelli veri, i calciatori del Togo, avevano giocato il giorno prima – sempre perdendo, stavolta per 2 a 1 – contro il Botswana.
Talvolta è semplicemente questione di casacche ed arbitri, ho pensato.

* Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2003, Casanova di Neri

posted by Mauro Erro @ 15:39,

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