Wine experience: Scambi d'identità

L'altra sera stavo bevendo-assagiando i Muscadet di Luneau Papin, in particolare i suoi due 2009. Se li avessi bevuti alla cieca avrei potuto prendere facilmente uno zarro e dire falanghina. Non lo dico in tono dispregiativo, mi riferisco alle migliori interpretazioni del vitigno campano o comunque a quelle che più preferisco provenienti dall'area flegrea. Eppure continuava ad esserci, comunque, qualcosa che non mi tornava. L'alcol, l'alcol, il solito maledettissimo alcol. Non mi riferisco, ovviamente, a quanti gradi fa un vino ma di come li percepisci. Questi Muscadet riesco a berne a secchi ma con la falanghina riesco difficilmente ad andare oltre la metà della bottiglia. Arrivato a quel punto, solitamente, inizio a sentire la bocca satura di glicerina ed alcol, la beva si monocordizza (neologismo) ed avverto subito una certa stanchezza. I 2 Muscadet, di contro, con i loro soli 12% in volume, spigolosità acida e sale, al palato, quanto basta per farti dimenticare di sorso in sorso quel frutto croccante che per quanto turgido e fresco dopo un po' ti viene a noia.

Fabio Cimmino

posted by Mauro Erro @ 08:50,

2 Comments:

At 7 luglio 2010 alle ore 16:48, Anonymous Francesco Annibali said...

Fabio di tutti i vini francesi, il Muscadet è quello che mi tocca d meno. Mi dici qualche produttore (tranne Ecu, che non mi fa impazzire)?

 
At 7 luglio 2010 alle ore 16:59, Anonymous Anonimo said...

Marc Ollivier di Domaine de La Pepiere (Clos des Briords in particolare) e Jo Landron di Domaine de la Louvriere.

ciao
fabio

 

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