Zeppole di San Giuseppe


Tutto è nato perchè avevo dei limoni da smaltire...e mi direte ma cosa c'entrano i limoni? Alla fine, infatti, proprio un bel niente! Avevo originariamente voglia e necessità di "consumare" un bel po' di limoni che mi erano stati portati dalla divina costiera amalfitana. Di questi un bel po' ne avevo regalati, un altro bel po' destinati al limoncello, e il resto stava lì a farsi contemplare. Purtroppo a me piacciono i dolci "di sostanza", quelli da mordere per intenderci, non preferisco, infatti, i cucchiai quando mi avvicino ai dolci, questo forse perchè il mio gusto solitamente va più verso il salato, o semplicemente perchè sono abbastanza ruspante, fate voi, e quindi, nonostante avessi in questa occasione "bisogno" di zucchero la via che mi ha condotto alle belle zeppolelle era breve! Queste zeppole in Campania vengono preparate per la festa di San Giuseppe. Le sue origini sono antichissime, risalgono forse al 500 a.C. quando a Roma si celebravano le Liberalia, le feste delle divinità dispensatrici del vino e del grano, nel giorno del 17 marzo. In onore a Sileno, compagno di bagordi e "precettore" di Bacco, si bevevano fiumi di rosso nettare e si friggevano profumate frittelle di frumento. Oggi, quasi nello stesso giorno, il 19 marzo, e in occasione di S. Giuseppe si ripete la cerimonia delle frittelle. La pasta per le zeppole di S. Giuseppe si prepara in maniera simile a quella degli choux, detti anche bignè. La differenza è nella minore quantità di burro e nella cottura: le zeppole vanno infatti fritte, mentre i bignè si cuociono in forno. C'è anche da dire che parecchie pasticcerie, onde evitare i già grossi ed irreparabili attentati alle diete, le propongono anche nella maniera 'infornata', ma naturalmente non è la stessa cosa. Io queste meraviglie le ho sempre acquistate in pasticceria, e a mozzarellandia ce n'è una in particolare che le fa una meraviglia, ma stavolta ho ben pensato che fosse arrivata l'ora di provare questa avventura, meditando inizialmente di renderle diverse con la crema al limone. Mi sono quindi messa all'opera per cercare la ricetta che più mi ispirasse, ho consultato libri di ricette napoletane, di ricette della Campania e blog di fiducia come Gennarino. Alla fine ho rimediato su un vecchio libro di ricette napoletane che non mi ha mai tradito per le proporzioni per la pizza e, infatti non mi ha tradito nemmeno stavolta. Vedendo poi che le zeppole venivano e venivano pure bene (mi sono sentita tanto una mamma felice per i primi passi del proprio pargoletto) ho deciso di riempirle con la crema pasticcera, quella che tradizionalmente si usa per queste zeppole, e di completare l'opera con le classiche amarene. Risultato finale? Il bignè non essendo dolce si sarebbe espresso meglio, probabilmente, con una crema più dolce, anche se il connubio scelto era quello giusto, ma vista la buona riuscita le rifarò assolutamente, magari le proverò con una più delicata crema chantilly, o azzarderò con una gustosissima crema al limone rispettando, la prossima volta, un po' di più il mio istinto!!!

Ingredienti

Per le zeppole
1/2 litro di acqua
400 gr di farina
6 uova
75 gr di burro
un pizzico di sale

Per la crema
3 tuorli d'uovo
3 cucchiai colmi di zucchero
3 cucchiai rasi di fecola
1/2 litro di latte
amarene sotto spirito


Mettere in una pentola l'acqua con il burro e il pizzico di sale, al momento del bollore versarvi la farina setacciata tutta insieme e mescolare energicamente per 10 minuti. Riporre la pasta in un altro recipiente e lasciarla raffreddare. Una volta fredda incorporarvi le uova una alla volta e lavorare con la frusta utilizzando le palette a spirale finchè si sarà amalgamato tutto il composto. Preparare una bella siringona con l'imboccatura a stella e oliare i muscoli perchè qui ci vuole una faticaccia non indifferente, l'impasto infatti è molto più compatto di quello dei bignè. Preparare la carta da forno sulla quale poggiare le zeppole. A questo punto ho seguito i consigli di gennarino che indicava saggiamente di tagliare in quadrati la carta con sopra la zeppola in modo poi di facilitare la frittura. Per la frittura invece occorrono due padelle, una ad olio non troppo caldo e l'altra ad olio bollente; le immergerete quindi dapprima nella padella meno calda con la loro carta. Quando questa si scollerà da sola girare le zeppole e rigirarle per un minuto. In questa prima padella devono gonfiarsi. Poi passarle nell'altra con l'olio bollente e farle dorare. Fate sgocciolare le zeppole su una carta assorbente, poggiatele su un piatto e guarnitele con la crema e con le amarene.

Adele Chiagano (15 marzo 2007, violamelanzana)

posted by Mauro Erro @ 12:02,

2 Comments:

At 16 marzo 2010 alle ore 17:01, Anonymous fabio said...

Adele, bell'articolo. Anche in Puglia si fanno le zeppole, sempre e soltanto nel periodo della festa di San Giuseppe. Io ho mangiato la prima due giorni fa, al forno. Concordo anche io che la zeppola originale è fritta, ma mi piace molto anche al forno e soprattutto è più leggera. Quindi: preferisco quest'ultima ;)

 
At 16 marzo 2010 alle ore 18:48, Blogger Adele ch said...

Ciao Fabio, grazie. Anche a me piace quella al forno, se fatta bene, noi qui viviamo nel regno delle fritture ed è un'altra storia, ma concordo con la leggerezza di quella al forno! Un saluto

 

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